La Provvidenza, società cooperativa sociale
Si è costituita, ai sensi della Legge 381/1991, con sede nel Comune di Capaccio, la Società Cooperativa denominata: “La Provvidenza, Società Cooperativa Sociale”, con atto costitutivo in data 19 gennaio 2017 atto pubblico del Notaio Dr. Paolo Califano in Salerno, Rep. nr. 28.293; conformemente alla Legge 381/199, si propone di perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini sviluppando tra essi lo spirito mutualistico e solidaristico, attraverso la gestione di servizi socio sanitari ed educativi ai sensi dell’art. 1, lett. a) della Legge 381/91.
Da maggio 2017, ininterrottamente fino ad oggi, la Cooperativa Sociale prosegue l’attività di Comunità Alloggio denominata “Fatima”, essa opera attivamente sul territorio del Comune di Capaccio Paestum, accogliendo dei minori stranieri non accompagnati con i quali si intraprende un percorso di integrazione ed inclusione sociale. Al momento la Cooperativa ha in essere questa attività integrata con la fattoria didattica direttamente a favore dei minori; ha rapporti istituzionali con l’intero territorio Nazionale, in particolare con i Servizi Sociali del Comune di Roma Capitale e dei Comuni della Regione Campania.
La Comunità svolge un servizio educativo residenziale a carattere comunitario, caratterizzato dalla convivenza di un gruppo di giovani, con la presenza di operatori professionali che assumono la funzione di adulti di riferimento. La comunità alloggio Fatima assicura il funzionamento nell’arco delle 24h per tutto l’anno, l’accoglienza e la cura dei giovani, costante azione educativa, assistenza e tutela, gestione della quotidianità, attività socio educative volte ad un adeguato sviluppo dell’autonomia individuale, coinvolgimento dei giovani in tutte le attività di espletamento della vita quotidiana come momento a forte valenza educativa, inserimento in attività formative e di lavoro, stesura di progetti educativi individualizzati, gestione delle emergenze, socializzazione e animazione. L’equipe che opera nel servizio mette in atto azioni volte a dare risposta ai bisogni dei minori, alla realizzazione del piano individuale, al rientro nei propri contesti familiari, ovvero alla realizzazione di programmi di affido o di adozione.
La Comunità è aperta al territorio circostante, regionale e nazionale.
Il Piano Educativo è finalizzato ad una “Comunità” che accoglie, con la formula dell’affidamento o della collocazione temporanea, ragazzi di età compresa tra gli 13 ed i 18 anni, in stato di abbandono dovuto essenzialmente a situazioni di disagio psicosociale della famiglia d’origine o per allontanamento dovuto a condizioni economiche. Minori per i quali momentaneamente non è possibile attuare l’affido familiare. M.N.S.A
Le linee generali dell’intervento educativo derivano dall’individuazione di obiettivi e strategie, scanditi da azioni, regole e finalità ben precise: interventi strumentali; interventi normativi; chiedere e dare informazioni; azioni di conferma; sostegno e cura; interventi che affrontano la realtà del fenomeno migratorio, al fine di rendere più sostenibile la sofferenza:
- facilitando nel bambino il superamento dello stress dovuto all’allontanamento dai genitori ed al successivo inserimento in un ambiente estraneo;
- sostenendolo nel processo di elaborazione dell’evento;
- osservando le condizioni psico-fisiche del bambino e le sue modalità relazionali;
- accompagnandolo in un percorso di mediazione dei conflitti familiari e di equilibrio delle relazioni interpersonali.
La vita in Comunità, quindi, si organizza attorno ad “un ambiente quotidiano caldo e accogliente nel quale viene valorizzato l’aspetto strutturante delle routine quotidiane e delle regole” al fine di sostenere processi di cambiamento in quei minori, per i quali è necessario offrire un’alternativa stabile e sicura.
Il minore è accolto, istruito ed educato, si tutela nello sviluppo psicofisico, se ne curano le relazioni affettive e sociali, l’incolumità, l’educazione igienica e alimentare e quanto necessario per uno sviluppo psicologico, fisico e affettivo ottimale.
Si lavora sull’autonomia del minore favorendone l’inserimento nella vita sociale e utilizzando al meglio tutte le risorse positive presenti sul territorio (parrocchia, scout, agenzie sportive, centri ludico-ricreativi, centri medici e diagnostici, farmacie) a partire da tre momenti fondanti:
- curare le attività formative ed educative, favorendo l’inserimento ed il recupero della situazione scolastica e sociale, prestando la massima attenzione alla vita di relazione sia all’interno che all’esterno della Comunità;
- creare le opportunità per la fruizione attiva di spettacoli e di attività ricreative (cinema, musica, spettacoli teatrali, sport) e per la pratica di attività di laboratorio e di animazione culturale, anche per il conseguimento degli obiettivi di aggregazione e socializzazione;
- stimolare i processi creativi in modo da sviluppare interesse ed autostima.
Con l’accettazione del minore, egli entra a far parte integrante della Comunità, e tale azione viene definita presa in carico. La presa in carico totale non esclude il coinvolgimento e la responsabilizzazione delle famiglie di origine, soprattutto nei casi in cui la tutela giudiziaria resta a loro, e/o nei casi in cui è previsto il reinserimento in famiglia in tempi mediamente brevi. La Comunità si prende cura del minore per ogni sua necessità (vitto, alloggio, vestiario, assistenza sanitaria e psicologica, inserimento scolastico, eventuale nell’inserimento nel mondo del lavoro, inserimento in attività sportive e/o ludico-ricreative, laboratori di manualità e creatività. La Comunità pone un’attenzione particolare nel cercare di focalizzare gli interessi e le attività tanto all’interno della propria struttura quanto soprattutto di sostenere e incoraggiare le relazioni esterne, secondo percorsi di socializzazione, di autonomia e responsabilizzazione personale. La permanenza del minore è organizzata secondo uno stile di vita semplice, familiare e comunitario, dove sono centrali la corresponsabilità e la condivisione delle regole: i minori e gli educatori sono coinvolti nella gestione della casa, nella cura degli spazi collettivi e nella personalizzazione degli spazi individuali. Tutta la programmazione, degli interventi educativi della Comunità, parte dalla realizzazione, per ognuno dei minori, di un P.E.I. (Progetto Educativo Individualizzato) che ha la funzione di scandire i ritmi e definire gli strumenti per lo sviluppo psico-fisico e sociale del minore, nonché facilitare i rapporti tra il minore ed i genitori, sostenendone il reinserimento, nei casi ove questo fosse possibile, presso il nucleo familiare d’origine. Per ogni minore accolto viene compilata una Scheda Informativa, di anamnesi psicofisica ed ambientale, che servirà sia per l’individuazione dei primissimi interventi da adottare (inserimento scolastico, visite mediche e analisi cliniche, consulenze psicologiche, vestiario, sistemazione nelle camere della Comunità, …); sia per la successiva stesura del Progetto Educativo Individualizzato.
Il Presidente CDA
Carmine Vona